Vaccinarsi almeno 6 mesi prima del viaggio.
L’epatite B è un’infezione virale con manifestazioni cliniche che comprendono anoressia, disturbi addominali, nausea, vomito e spesso ittero. Il virus può causare un’infezione cronica, nella quale il soggetto non si libera mai del virus contratto e alcuni anni dopo può sviluppare cirrosi epatica o cancro del fegato. Di tutte le epatiti, il tipo B è la più grave e l’unica a determinare un’infezione cronica.
Il virus dell’epatite B è trasmesso principalmente attraverso il contatto con il sangue o liquidi biologici, per via sessuale, sia omosessuale che eterosessuale, con una capacità di infezione 50/100 volte maggiore rispetto all’HIV.
Per la diagnosi di infezione possono risultare utili test biochimici ( AST e ALT) ed immunologici (presenza degli antigeni associati al virus: HbsAg, HbcAg, HbeAg).
L’infezione ha un’alta incidenza in alcuni Paesi dell’Africa, del Sud-Est Asiatico, del Medio-Oriente (con esclusione di Israele) ed in alcuni regioni caraibiche (Haiti, Repubblica Domenicana).
L’Italia è un paese ad endemicità intermedia con un’incidenza in sostanziale decremento come riportato dal sistema di sorveglianza SEIEVA, grazie all’introduzione nel 1991 della vaccinazione obbligatoria tra i nuovi nati e gli adolescenti. Rimangono a particolare rischio d’infezione gli adulti che per motivi di lavoro o personali sono esposti all’agente infettivo (es. personale sanitario, viaggiatori in zone ad elevata endemicità, ecc).
La vaccinazione contro l’epatite B rimane quindi il sistema di elezione per prevenire questa malattia a carattere cronico. Essa è indicata soprattutto per i viaggiatori che rimangono un periodo maggiore di 6 mesi in questi luoghi, o coloro che ritengono di avere rapporti sessuali con le persone dei Paesi con alta incidenza di epatite B. Inoltre, devono vaccinarsi coloro che svolgeranno lavori che implicano il rischio di esposizione a sangue potenzialmente infettante.
La vaccinazione dovrebbe essere fatta almeno 6 mesi prima del viaggio in modo da avere un’adeguata protezione. E’ da tener presente che l’infezione ha un periodo di incubazione di 3-6 mesi.
Uno dei vaccini più usati nel mondo è il Recombivax HB, un vaccino preparato con tecnologia del DNA ricombinante e che ha sostituito il vaccino ricavato dal sangue di individui con infezione cronica.
Un ciclo di vaccinazione comprende 3 dosi, con la seconda iniezione somministrata almeno una mese dopo la prima e la terza, almeno un mese dopo la seconda (schema posologico 0-1-6).
L’iniezione deve essere fatta nel muscolo deltoide.
Recombivax HB 5 mcg è indicato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 16 anni, mentre Recombinax HB 10 mcg è adatto ad adolescenti di età superiore a 16 anni ed adulti.
Possono presentarsi dolore al sito dell’iniezione ed un rialzo febbrile. Rari sono i casi di reazioni allergiche.
Donne in gravidanza e che allattano non dovrebbero essere vaccinate contro l’epatite B.
Per persone non vaccinate dopo l’esposizione all’infezione può essere utile la somministrazione di immnuglobuline specifiche.
Il 10-20% dei soggetti colpiti da infezione da epatite B, la malattia diventa cronica ed il 20% di questi va incontro nel tempo a cirrosi e più tardi, in alcuni casi in carcinoma epatico.
Carlo Franzini
Xagena2001