L'attuale trattamento standard per il carcinoma epatocellulare è rappresentato da Sorafenib ( Nexavar ).
Questo farmaco è efficace, ma generalmente non induce riduzione del tumore, e sono ancora necessarie altre opzioni di trattamento.
Uno studio multicentrico retrospettivo ha incluso tutti i pazienti con epatocarcinoma avanzato trattati con Gemcitabina [ Gemzar ] e Oxaliplatino [ Eloxatin ] ( GEMOX ) tra il 2001 e il 2010.
Un totale di 204 pazienti sono stati trattati con GEMOX ( età media, 60 anni, uomini, 86%; sottostante cirrosi, 76% ).
Tossicità di grado 3-4 è stata osservata nel 44% dei pazienti ( trombocitopenia 24%, neutropenia 18%, diarrea 14%, neurotossicità 12% ) e ha portato alla sospensione del trattamento nel 16% dei casi.
I tassi di risposta globale e di controllo della malattia sono stati, rispettivamente, 22% e 66%.
Nessun fattore clinico o biologico è stato associato con la risposta al trattamento e l’8.5% dei pazienti ha potuto successivamente beneficiare di terapie con intento curativo dopo downstaging.
La sopravvivenza libera da progressione, il tempo alla progressione e la sopravvivenza globale, medie, sono state, rispettivamente, 4.5, 8 e 11 mesi.
All'analisi multivariata, il sesso ( P=0.03 ), la cirrosi sottostante ( P=0.01 ), il punteggio CLIP ( P=0.03 ) e la risposta a GEMOX ( P minore di 0.0001 ) sono risultati indipendentemente associati con la sopravvivenza globale.
Questo ampio studio ha confermato che GEMOX è efficace con tossicità gestibile nei pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato.
Le risposte tumorali hanno consentito un trattamento potenzialmente curativo che non era inizialmente praticabile in una percentuale significativa di pazienti. ( Xagena2013 )
Zaanan A et al, J Hepatol 2013; 58: 81-88
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